Solo applausi per il ritorno de La dama di picche

In principio fu un racconto. Breve, conciso, essenziale, elegantissimo nel suo saper fondere l’elemento fantastico e quello gotico: La dama di picche è considerata l’opera narrativa più riuscita di Puškin, quella più limpida e appassionata. Mezzo secolo dopo, a Firenze, il capolavoro. Pëtr Il’ič Čajkovskij sul libretto del fratello, il drammaturgo Modest che ne cambia in modo sostanziale il soggetto, in riva all’Arno nell’allora Hotel Washington, lo consegna alla storia della musica.

In scena al Teatro alla Scala di Milano dal 23 febbraio al 15 marzo, assente dal Piermarini da tre decenni, dopo una prima diretta da Valery Gergiev, ha visto sul podio la rivelazione del giovanissimo Timur Zangiev, classe ’94, che già aveva partecipato alle prove di questa produzione come assistente del direttore previsto, che senza bacchetta dirige un’orchestra in stato di grazia con la passione che ti aspetteresti da un ragazzo e l’esperienza che da un ragazzo non ti aspetteresti. Solo applausi, e pure parecchio convinti, alla fine per l’algida contessa Julia Gertseva, mezzosoprano di San Pietroburgo già Carmen, Venus e Polina alla Scala, e per il tenore di Samarcanda Najmiddin Mavlyanov sempre puntuale e intenso nel suo Hermann, di cui conosce ormai ogni sfumatura. Bene, a tratti benissimo, la carismatica Liza di Asmik Grigorian, che ruba la scena con il solito fascino e la voce limpida.

Non esente da critiche la regia cupa di Matthias Hartmann, coerente comunque con le ricerche personali di un artista essenziale e astratto, dal talento sopraffino recentemente messo in mostra anche nel Fidelio diretto da Zubin Mehta al Maggio Fiorentino. Ed è in una scala di grigi illuminata da imponenti parallelepipedi ricoperti da accecanti tubi di neon bianco che il segreto delle tre carte si rivela nella scenografia disturbante di Volker Hintermeier.

La stagione d’opera al Piermarini prosegue con l’ultima rappresentazione sabato 19 marzo dell’Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea diretta Giampaolo Bisanti per la regia di David McVicar prima dell’atteso ritorno del Don Giovanni di Mozart diretto da Pablo Heras-Casado per la regia di Robert Carsen in scena dal 27 marzo al 12 aprile.



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