La seduzione del male, la banalità del bene e la saggezza per conoscerne la differenza. Popolizio rilegge Scurati, il ventennio fascista e l’uomo della provvidenza senza teste glabre senza petti in fuori senza occhi sgranati senza la fisicità del capo del totalitarismo fatto carne, mette in scena l’essenziale e il superfluo, il varietà e lo sprofondo, gli arditi e i socialisti, l’ideologia e il suo svuotarsi.
Tratto del best seller di Antonio Scurati – edito da Bompiani nel 2018, vincitore dello Strega l’anno successivo – M Il figlio del secolo, per la regia di Massimo Popolizio e il corpo di Tommaso Ragno, seduce in trenta quadri magnificamente coerenti e grigi raccontando l’ascesa del Duce, la fondazione dei fasci di combattimento a Milano e la repressione dell’opposizione socialista, passando per la grottesca Marcia su Roma fino al discorso in Parlamento del 3 gennaio 1925 e al dilagare dello squadrismo in camicia nera. Marinetti, D’Annunzio, Sarfatti, Bombacci, Nenni, Matteotti: ci sono tutti in «uno spettacolo che non è mai ideologico, ma sempre teatrale» per dirla con le parole del regista.
Ed è la direzione degli attori, la chiave del lavoro di Popolizio. Nel suo sdoppiarsi con il Mussolini terreno di Ragno – attore totale nel suo Duce malinconico e cupo, affascinato e spaventato dalla violenza fascista -, nella capacità di riportare in scena le lezioni di Ronconi di cui è stato testimone, nella facilità con cui attraversa generi e personaggi: «Ho sempre pensato, e ancora di più questa idea si è confermata in me nel corso delle prove, di trovarmi davanti a un piccolo Brecht italiano: anche Brecht divideva i suoi testi in quadri, anche lui impiegava il varietà, i cori, le canzoni, determinati movimenti, per raccontare le sue storie.»
Che fosse lo spettacolo dell’anno era nelle attese, che effettivamente lo sia la sorpresa che t’aspetti. Sarà in cartellone fino al prossimo 26 febbraio al Piccolo Teatro Strehler di Milano, poi di scena al Teatro Argentina di Roma dal 4 marzo al 3 aprile. Intanto al Piccolo, tra gli altri appuntamenti di uno cartellone come al solito ricco, si appresta a tornare in scena la storia con Eichmann. Dove inizia la notte di Stefano Massini con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon nelle parti di Hannah Arendt e Adolf Eichmann dal 24 febbraio fino al 6 marzo
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