Se (più di) mezza Italia è in zona rossa tanto vale rimanere a casa e continuare a leggere. E se proprio non si può fare a meno di uscire, che almeno si vada in libreria – che rimangono aperte stavolta. Di seguito, i tre libri preferiti dalla redazione di queste ultime settimane e magari pure delle prossime da reclusi.
Teresa Ciabatti, Sembrava bellezza (Mondadori)
La più amata si conferma la più brava. Ancora e sempre grande letteratura italiana da Teresa Ciabatti che racconta storie di donne e di adolescenze, di scrittrici patetiche e amiche ingrate, figlie che non si fanno sentire e madri che le cercano. I fatti e le persone di questa storia sono reali. Fasulla è l’età di mia figlia, il luogo di residenza, altro. Se si cerca la perfezione la si trova ancora prima di iniziare e poi è un lungo scendere per poi risalire, dalle botole dei camerini romani agli studi televisivi milanesi.
AA.VV., Nuovo Decameron (HarperCollins)
I nostri migliori romanzieri riscrivono a modo loro Boccaccio e un tempo che sembrava lontano ancor prima d’arrivare: la cosa migliore pubblicata in pandemia e sulla pandemia. Si gioca con l’originale e con la fantasia, lavorando su un testo attuale nonostante e oltre l’attualità. La prosa riconoscibile di Antonella Lattanzi e il dialetto umbro di Barbara Alberti, Chiara Valerio che scrive sempre meglio di tutti e un proemio di Stefano Massini, c’è questo e molto altro.
Alessandro Gazoia, Tredici lune (Nottetempo)
La scoperta di questo tempo sospeso. Storia di treni, di tisane al mirtillo, di genitori anziani e di un amore. Alessandro Gazoia è al suo primo romanzo ed è un peccato perché vorresti altro. E allora ti ricordi di quell’antologia, di quei saggi, e stai subito meglio – perché è vero che Gazoia sa come si fa un libro dall’editor alla copertina, ma qui è andato oltre. Merito anche di Nottetempo che una volta ancora azzecca il titolo, come spesso le accade.
Rispondi